Gentile Presidente Silvio Berlusconi,
Chi le scrive e' un cittadino seriamente preoccupato per il numero crescente di acquisizioni straniere di imprese strategiche per la nostra economia nazionale.
Tutto comincio' con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente - una delle nostre aziende di maggior successo, eppure svenduta per quattro lire dall'allora Governo Prodi ad un'improbabile cordata di imprenditori centro-asiatici. Tanto per farsi un'idea, ecco la foto dell'imprenditore di riferimento:
Poco dopo furono gli Arabi in Sicilia i quali, pur non avendo un Micciche' dalla loro, riuscirono nella memorabile impresa del 61 su 61 collegi. Anche li', un pezzo dell'azienda Italia che se ne andava nelle mani degli stranieri.
E vogliamo parlare del telefono? Ci hanno fottuto pure quello - perdoni l'espressione poco elegante cui lei non e' abituato. Meucci contro Bell: niente, se hai qualcosa di buono subito te la tolgono dalle mani sti stranieri. Comincio a capire come va il mondo: se sono bianchi ti rubano le imprese, se sono negri ti fottono il lavoro.
Comunque, per farla breve: abbiamo visto di tutto in questo Paese. Uno svedese che vince lo scudetto con la Lazio, un negro che tifa Juventus, vallette di tutti i Paesi, i kebab venduti da turchi e arabi - come se non avessimo la tradizione nostrana del panino con la porchetta! - persino il Vaticano e' in mano a un crucco (almeno fosse altoatesino!)! Dobbiamo mettere un freno a tutto questo.
Per questo le chiedo di procedere con un'altra cordata italiana per salvare un'azienda di eccezionale impatto per la nostra economia. Cosi' come vogliamo volare italiano (con i nostri ritardi italiani, gli scioperi italiani, tutto italiano, possibilmente con un'equa rappresentanza degli accenti del Paese), vogliamo anche trombare italiano.
Per questo le chiedo una cordata per salvare le puttane italiane dall'OPA ostile che e' stata lanciata ormai da tempo da una variegata e variopinta cordata afro-esteuro-asiatica. Non e' possibile continuare a pagare 40, 50, 60 euro per scopare con una che non tiene conto delle nostre esigenze italiane e spesso neanche parla la nostra lingua.
Oggi il Corriere riportava le sacrosante parole di Confalonieri sullo scalo in Germania per andare da Milano a Pechino. Ecco, vorrei riprendere proprio questo concetto: non e' tollerabile che in un Paese del G8, per venire bisogna andare da una polacca o una nigeriana. Cosi' perdiamo competitivita' sui mercati internazionali. Cosa succederebbe se domani Varsavia o Lagos decidessero di tagliare il numero di battone sulle strade italiane? Ci ritroveremmo con le spalle al muro - gia' immagino file chilometriche di italiani in bici o in macchina, mentre attendono il proprio turno per trombare.
No, sarebbe una tragedia. Salviamo l'Italia, teniamo in alto la nostra bandiera!
Distinti saluti,
un cittadino preoccupato
Riderepernonpiangere